HiroKyo, Prologo (con premessa)

« Older   Newer »
  Share  
Nerissa
icon8  CAT_IMG Posted on 17/7/2009, 11:06 by: Nerissa




Capitolo II
L'ospite attesa

SPOILER (click to view)
image


Una figura esile, minuta, in piedi sotto la fitta pioggia sottile della notte, dinanzi al cancello solenne dell’accademia Cross.

Immobile.

Pefettamente immobile.

Indossava un impermeabile che le aderiva ormai al corpo come una pelle, fradicio com’era. Ed i capelli corti, talmente neri da confondersi quasi nell’oscurità, le si erano incollati alla testa ed al volto.
Ma lei restava immobile, in attesa, con gli occhi chiusi.

Con se aveva solo una borsa a tracolla.

Zero era stato incaricato dal preside Cross di farla entrare ed accompagnarla al dormitorio Luna, quella notte, e la cosa, ovviamente, lo aveva seccato. Per giunta, pioveva fitto. Di questa vampira non sapeva nulla di più del suo nome, ma aveva colto uno sguardo di perplessità e di malinconia, negli occhi del preside Cross, quando gli aveva consegnato la scheda di identificazione, il che lo aveva incuriosito. Ma ciò non gli aveva impedito di sbuffare, prendendo in malo modo il documento e borbottando qualcosa sul fatto che non era un maggiordomo, etc., mente Kaien Cross gli gridava dietro di aspettare, che non poteva uscire senza un ombrello, aspetta un momento te ne trovo uno, ecco qua…e Zero era già sparito.
Sempre più irritato, se l’era presa comoda, perdendo tempo bighellonando nel parco, sapendo che la ragazza probabilmente stava già aspettandolo. Per giunta, quella era una di quelle notti in cui il solito malessere che Kuran si divertiva a definire “di completamento della trasformazione” prometteva di tormentarlo in particolar modo.
Quando finalmente era arrivato al grande cancello di entrata dell’Accademia, si era concesso qualche altro minuto, nascosto tra la fitta boscaglia del parco, per spiare questa Kyo Mekane.
Anche lui era fradicio, ed iniziava a sentire freddo. Attendeva sperando di vedere un gesto di stizza da parte di quella vampira, il che gli avrebbe dato un minimo di soddisfazione, ma il gesto non arrivava. Lei sembrava quasi in meditazione. Considerando che ormai ne aveva avuto già abbastanza, emerse dall’ombra e si presentò al cancello.

- Mekane? – disse, guardandola oltre le sbarre spesse.

Lei sollevò lentamente le palpebre, rivelando due occhi incredibilmente splendenti, nell’oscurità, due occhi di un verde chiarissimo. Non rispose, ma lui fece ugualmente scattare il grande lucchetto e scivolare via la pesante catena. Zero schiuse il cancello il tanto necessario per farla passare e lei si mosse con grazia, sfiorandolo nel passargli molto vicino. Si accorse che era più alta di quanto avesse calcolato in un primo momento e, suo malgrado, fotografò la delicatezza di quel profilo. Non era una novità, tutti i vampiri erano belli, ma la cosa non gli aveva mai fatto il minimo effetto. Si voltò a richiudere il cancello, riavvolgendo la catena come l’aveva trovata. Quando si voltò di nuovo verso di lei, si accorse che gli stava sorridendo.

- Anche io non amo gli ombrelli. – disse la voce della sconosciuta. E, inaspetattamente, gli porse la mano.

Lui rimase immobile, avrebbe voluto dirle che non stringeva la mano ai vampiri, anzi, che non era abituato a stringere la mano a nessuno, ma poi rimase preso nella rete di quegli occhi, che lo guardavano con la stessa malinconia che aveva colto nel preside Cross e che sembrava volessero comunicargli simpatia. Si ritrovò a prendere la piccola mano bianca nella sua, senza convinzione, ma fu sufficiente.

- Io sono Kyo. – disse semplicemente la ragazza. Le sue dita affusolate si avvolsero dolcemente alle sue ed una ondata di tepore si trasferì a quel lieve contatto da lei a lui, diffondendosi nel suo corpo velocemente. E Zero si accorse che quel dolore che pulsava costantemente in lui, giorno e notte, da mesi, ormai, sembrava stesse assopendosi.
Aveva quasi dimenticato la sensazione di stare bene, ritrovarla all’improvviso quasi lo emozionò. E faticò a riscuotersi dall’incanto che lo legava a quegli occhi, ma si impose di farlo. Lasciò la mano di Kyo bruscamente e si impose di distogliere lo sguardo da lei.

- Devo accompagnarti al tuo dormitorio. – disse. E, mettendosi le mani in tasca, la precedette, senza mai voltarsi indietro – non ne aveva bisogno. Sentiva la sua presenza alle spalle, molto forte, e questa cosa lo stava confondendo. Affrettò il passo per liberarsi di quella incombenza il più presto possibile.
Non si scambiarono più una parola fino alla gotica entrata de dormitorio Luna, dove un guardiano faceva sorveglianza notte e giorno.

- Eccoti arrivata. – disse Zero. Cercò di non guardarla, ma fu inutile. I suoi occhi lo stavano chiamando, non trovava altra espressione per definire cosa gli stava succedendo. Sollevò i suoi e li spalancò. Lei, improvvisamente, gli era vicinissima.

- Quando il dolore è troppo forte, vieni a cercarmi. Non posso farlo sparire del tutto, ma posso darti un po’ di sollievo. – gli disse, con dolcezza. Poi, fu di nuovo lontana da lui, e Zero credette di avere avuto una sorta di allucinazione. Kyo sollevò il volto verso il cielo, come per assorbire meglio la pioggia che le stava continuando a cadere addosso. Vide le sue lunghe ciglia scure ripiegarsi mentre chiudeva quegli straordinari occhi e, di nuovo il suo sorriso, mentre sussurrava:

- La pioggia…ha un buon odore…non trovi? – Poi tornò a rivolgersi a lui, improvvisamente seria. - Grazie per avermi accompagnata. Buona notte.
Gli voltò le spalle prima che potesse risponderle e, sempre con la stessa calma, percorse il lungo ponte che conduceva alla vera entrata del dormitorio.[/SPOILER]

SPOILER (click to view)
image


Da una finestra dell’unica stanza del dormitorio in quel momento occupata, Hiro aveva seguito quest’ultima parte della conoscenza tra Kyo e Kiyriu Zero. Sapeva che lei sarebbe arrivata quella stessa notte, si era messo alla finestra, ad aspettarla, percependo sempre più forte la sua presenza, fino a quando l’aveva vista. Mentre si stavano avvicinando, la sua cicatrice aveva iniziato a bruciare. Un’arma anti-vampiro? Come è possibile? Perché da quanto la vicinanza di Kyo gli stava trasmettendo, il ragazzo che la stava accompagnando, era un vampiro quanto loro.
Poi aveva percepito un’altra cosa, che lo aveva allarmato un po’ di più.
Una emozione, simile alla tenerezza, che, in quell’istante prima di essere lasciata sola, Kyo stava provando.
La sua mano strinse la tenda e la strappò.
Non aveva avuto esitazioni, quando era stato stabilito che Kyo andasse all’accademia Cross, si era immediatamente preparato a seguirla. Ma lo scarno colloquio con Kaname Kuran gli aveva fatto dubitare per qualche momento di aver fatto la scelta giusta, perché non era sicuro, a questo punto, di aver capito che cosa esattamente intendesse il nobile capo dormitorio sul “non diventare un problema”. Hiro era avventato e certe volte faceva il pagliaccio, ma non era uno stupido e il fatto che tutti tendessero a sottovalutarlo era sempre stato un vantaggio, per lui. Aveva il sospetto che, nell’avvertimento di Kuran, ci fosse una allusione proprio a Kyriu Zero, quindi doveva riflettere un istante su dove il capo dormitorio volesse andare a parare. Anche perché era evidente, a questo punto, che Kyo era stata mandata al collegio per un motivo diverso da quello ufficiale, forse più motivi.
Voltò le spalle alla finestra, mettendosi a fissare la porta, nell’oscurità, sentendo che Kyo si stava avvicinando sempre di più.
Sono qui. Pensò. Lo sai che sono qui. E lui sapeva che lei percepiva anche le sue emozioni del momento, quindi se ne stette quieto in attesa, chiudendo gli occhi. Adesso era nel corridoio dove si affacciava la sua stanza. Passo dopo passo la seguì nel suo avvicinamento. Kyo si fermò proprio davanti alla sua porta.
Kyo girò la maniglia ed aprì l’uscio, entrò, e richiuse la porta dietro di se. Lasciò la stanza al buio, fece qualche passo verso il centro di essa. Si sfilò la borsa a tracolla, che lasciò cadere a terra, poi si tolse l’impermeabile. Dall’oscurità dietro di lei un braccio le circondò la vita sottile e attirò il suo corpo contro un altro corpo. Un’altra mano le accarezzo il viso e il collo. Sentì una bocca familiare farsi spazio sotto lo scollo dela camicetta e baciarle la spalla. Delicatamente.
L’uomo dietro di lei inspirò forte.
- Hai un profumo buonissimo, Kyo…
- E’ la pioggia…- mormorò lei, piegando la testa all’indietro, mentre Hiro avvolgeva più strettamente le sue braccia attirandola ancora di più contro di se. Poi, con lo stesso tono flebile di voce: - Sei stato ammesso, dunque?
- Il test era una sciocchezza. Comunque – la prevenì - Anche se tu mi chiedessi di andarmene, non lo farei.
- Lo so. Non te lo avrei chiesto. Restare qui insieme non sarà facile, ma se mi ascolterai ed avrai fiducia in me non dovrebbero esserci problemi.
- E’ la seconda volta che questa sera mi vengono fatti avvertimenti sibillini. E’ successo qualcosa, non è vero? E’ successo qualcosa che io non so.
- No, Hiro. Ma forse dovrò fare qualcosa che non ti piacerà e, per questa volta almeno, mi devi giurare di non intralciarmi.
- Se non è qualcosa che ti obbligano a fare, non potrei oppormi, nemmeno se volessi. Tu farai quello che vuoi, come hai sempre fatto.
- Non voglio che ti senta ferito.
- E’ quando mi escludi che mi ferisci.
- Credimi. Se certe volte non ti escludessi, soffriresti moltissimo. Lo so, perché quando stai male tu sto male anche io.
- Per me è la stessa cosa. Non so perché sei venuta qui, ma se è qualcosa che può danneggiarti, o farti male, ti prego di non farla. Non rispondo di me, se sento che stai soffrendo.
- E’ proprio questo il problema, lo vedi? Ciò che temo più di ogni altra cosa. Questa volta, qualsiasi cosa succeda, tu abbi sempre fiducia in me. E in Kaname – sama.
- Va bene. Ma sarebbe tutto molto più semplice se non mi lasciassi a fare congetture per conto mio…
- Ad ogni modo, sarebbe ancora presto per parlarne. – tagliò corto Kyo.
Prese una delle mani di lui e se la portò alla bocca. Dolcemente, scelse una delle sue dita inanellate, ne morse la prima falange e leccò rapidamente le poche stille di sangue che ne uscirono.
- Kyo. Tutto quello che voglio è starti accanto.
- No. Tu vuoi molto di più, Hiro. Un giorno ti promisi che sarà così, per quanto starà in me, almeno. Ma non è ancora il momento.
Si girò verso di lui ed alzò gli occhi calamitando a sé i suoi. Il lieve taglio sil dito di Hiro si rimarginò immediatamente.
- Amo la tua voce. Ma non abbiamo bisogno di parlare per comunicarci queste cose, Hiro.
Si baciarono, a lungo, stringendosi forte in un abbraccio.


SPOILER (click to view)
image


E subito la bocca di lui cercò la vena sul collo ed i suoi canini affilati affondarono. Dopo un poco, lei si staccò e sollevò una mano coprendosi i piccoli segni sul collo.
- Credo che ti abbiano già preparato la tua stanza. Se sei stanca, ti ci posso accompagnare. – disse Hiro, asciugandosi la bocca con il dorso della mano.
- E’ questa la mia stanza.
Rispose, semplicemente, lei, iniziando a slacciarsi gli abiti inzuppati.


SPOILER (click to view)
image


Edited by Nerissa - 29/7/2009, 23:57
 
Top
27 replies since 13/7/2009, 15:23   1446 views
  Share