Daniel, la storia di un vampiro che s'innamora di 1 umana(NON è la scopiazzatura di Twilight!!&#

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Aphrodithe
CAT_IMG Posted on 14/6/2009, 10:46 by: Aphrodithe




“Perché. Ci. Hai. Messo. Così. Tanto?!”-ringhiò. Quando Rose metteva un punto alla fine di ogni parola, non c’era una tempesta in arrivo, ma l’uragano Rose.
“Scusami, ho fatto tardi a scuola…”-rispose lui.
“Non potevi inventarti qualcosa di più credibile?!”
“E cosa? Ho fatto veramente tardi a scu…”
“Non dire cazzate!”-gridò a quel punto lei.
“Calmati Rose.”
“Calmarmi?! Come diavolo faccio a calmarmi se tu passi il tuo tempo chissà dove?!”
“Rose, ero a scuola!”
“Oh, sì, certo, e a fare cosa, scusa? Un corso di recupero forse? Mi hai presa per una demente?! Ti ricordo che ho tanti anni quanti ne hai tu!”
“Non sto mettendo in dubbio la tua intelligenza, Rose…”
“E allora mi faresti il piacere di smetterla di cercare di prendermi per il…”
“Ti sto dicendo la verità, Rose: ero a scuola!”
“Insieme a chi?!”
“Ehm… un compagno…”
“Compagno o compagna?!”
“Ehm… ecco… compagn… a…”
Rose si zittì per un momento e Daniel aspettò il peggio.
“Era lei vero?! Quella umana con cui perdi tempo?!”-ringhiò a bassa voce, cosa ancora peggiore di quando urlava.
“No, era un’altra ragazza della mia clas…”
“Non mentire! Era Salome la ragazza con cui stavi?!”
“Da quando tu utilizzi il suo nome?” Il tentativo di cambiare argomento era assolutamente patetico.
“Da quando Dana mi assilla con ‘Salome ha un nuovo compagno di classe che si chiama Daniel!”-aveva ripreso a urlare.
“Ah… ecco…”
“E adesso parla: stavi con lei?!” Daniel sospirò.
“E va bene… sì, sono stato con lei. Sei contenta adesso?”
“Stai giocando col fuoco, Daniel.”-riecco il ringhio.
“Rose, sto solo cercando di capire com’è possibile che…”
“Sì, sì, come fa a leggerti il pensiero! Ma io non ci credo più, Daniel, a questa…”
“Io non posso farci niente, allora. Sei tu che non mi vuoi credere.”
“Quindi per te è più importante quella ragazza che io?!”
“No, per me siete importanti entrambe.”
“Ah, questo mi rassicura!”-ora usava il sarcasmo. I guai stavano finendo.
“Sei ridicola, Rose.” Ecco l’aveva detto. Adesso i guai sarebbero ricominciati. Ma con sua grande sorpresa, Rose si bloccò quando stava per dire qualcosa.
“Ridicola? Sono ridicola perché non voglio perdere l’uomo che amo?”-domandò. La sua voce non era più irosa, ma triste.
“Tu non mi stai perdendo, Rose. Lo sai che appartengo a te…”
“Forse appartenevi, ma adesso Salome ha preso il mio posto.”
“Non dire idiozie, per favore. Salome non ha preso il tuo posto!”
“Ma lo prenderà presto.”
“No!” Daniel l’abbracciò d’improvviso, stringendola al suo petto. Ma Rose non si mosse.
“Lasciami andare Daniel.”-disse piano.
“No.” La prese in braccio e la baciò. In un altro momento Rose avrebbe risposto, ma nemmeno allora si mosse. Daniel si staccò e la guardò negli occhi.
“Lasciami e vattene.”-sussurrò lei.
“Perché? Perché tutte mi cacciate?”
“Ah, allora anche lei l’ha fatto eh?”-il tono di voce era ancora triste.
“Sì…”
“E tu giustamente torni da me…”
“Non pensare così.”
“Cosa è successo fra voi due?” Il viso di Daniel si pietrificò.
“Non è successo niente. Abbiamo solo parlato.” L’espressione di Rose tornò imbufalita. Spinse via il ragazzo e si allontanò, incrociando le braccia.
“Ricominci con le bugie adesso?”
“E tu ricominci con le cazzate?” Daniel si stava cominciando ad irritare.
“Non sono cazzate queste!”
“E invece lo solo. Ti consiglio di andare a schiarirti le idee da sola, perché io ci rinuncio!” Daniel a qual punto la sorpassò e raggiunse la sua stanza. Rose rimase al suo posto, incapace di fare qualsiasi movimento. Daniel l’aveva scaricata in qual modo? In seicento anni non l’aveva mai fatto. Rose uscì fuori per calmarsi.

Daniel, appena in camera sua, sospirò: come avrebbe fatto adesso? Non poteva avere due relazioni nello stesso momento, ma non voleva rinunciare a nessuna delle due. Accese il computer ed entrò con Skype, aggiungendo Salome ai contatti.

‘Come ti chiami?’ chiese lei subito.
‘Indovina.’ Rispose il ragazzo.
‘Ti pare facile?’
‘Be’, visto che ci siamo baciati dovresti conoscere il mio nome.’
‘Idiota’
‘E tu mi hai baciato pur considerandomi un’idiota?’
‘Sei tu che mi hai baciata!’
‘Ma tu hai risposto’
‘Uffa… quanto odio quando ho torto’
‘xD’
‘Spiritoso’
‘Che fai di bello?’
‘Sto su internet.’
‘A cosa pensi?’
‘...’
‘Pensi a prima?’
‘Non ci pensavo fino a quando non me l’hai ricordato!’
‘Secondo me mi vorresti al tuo fianco adesso.’
‘Convinto, eh, tu?’
‘Vuoi sapere che penso io?’
‘E vai, dimmelo!’
‘Ad una persona…’
‘Chi?’
‘Lo vuoi sapere?’
‘Grazie a Orazio: se non volevo saperlo, non te lo domandavo, genio!’
‘Penso a te.’
‘È normale pensare ad una persona quando si sta avendo una conversazione con lei.’
‘Non hai capito: io penso a te e al bacio che ci siamo dati prima.’
‘Aaaaah… ora ho capito (nel caso la tua zucca vuota non lo capisca, è in tono ironico!)!’
‘Tu no?’
‘Dovrei?’
‘Insomma, Salome! Vuoi rispondere direttamente almeno una volta?!’
‘Sì, ci sto pensando…’
‘Come vorrei essere con te adesso…’
‘E per fare cosa?’
‘Ti lascio indovinare…’
‘…’
‘Ti piace parecchio non rispondere.’
‘Sì, molto… soprattutto se si tratta di farlo con te.’
Daniel si fermò con le mani appoggiate alla tastiera. Glielo doveva dire?
‘Ci sei?’ la domanda di Salome dimostrava irritazione.
‘Sì... Il fatto è che tu mi piaci, Salome… e non lo dico tanto per…’
‘…’
‘?’
‘…’
‘Ti decidi a rispondermi?!’
‘E cosa dovrei dire?’
‘Ti ho appena detto che mi piaci e tu fai così?!’
‘E come ti dovrei rispondere… non sono abituata a dichiarazioni del genere…’
‘Ah, no? Ti ricordo che ho visitato tutti i tuoi ricordi estivi.’
‘Fanculizzati, Daniel!’
‘T’inventi anche le parolacce adesso?’
‘Non l’ho inventata io questa parolaccia, genio!’
‘Comunque lo so che non sono il primo e nemmeno sarò l’ultimo a dirti che mi piaci… Vorresti dire che mi sbaglio?’
‘E se anche così non fosse? Non sono tenuta a risponderti!’
‘E invece io penso di avere il diritto di sapere cosa pensi di me!’
‘E io penso di avere il diritto di tenere certi pensieri per me, anche se non per molto.’
‘Voglio sentirtelo dire… scrivere… quello che pensi di me…’
‘Non ti accontenterò. Se vuoi scoprire qualcosa, scoprilo da solo, ma io non ti dirò nulla.’
‘Perché sei sempre così fredda nei miei confronti?’
‘Non lo sai?’
‘No.’
‘Allora ti devo deludere perché non lo so nemmeno io.’
‘Hai le idee molto chiare vedo.’
‘Sì, certo, troppo.’
‘Comunque, ti volevo chiedere un piacere.’
‘Cioè?’
‘Non puoi rispondere semplicemente ‘sì, certo, tutto quello che vuoi’?’
‘Naturalmente no.’
‘Sei più testarda di Rose.’
‘Chi è Rose?’
‘La persona che se scopre cosa ho fatto con te questo pomeriggio, mi scuoia vivo e poi viene a cercare te.’
‘Ah, bene: dici che ti piaccio, ma hai una ragazza!’
‘Non è la mia ragazza: Rose è mia sorella e… la migliore amica della mia ex ragazza americana…’
‘Scusami, ma se è la tua ex ragazza non dovrebbe farti né caldo né freddo quello che pensa di te?’
‘Quindi adesso sei gelosa anche tu?’
‘E perché dovrei? Io e te non stiamo insieme e mai lo saremo!’
‘Perché no?’
‘Forse perché sei più grande di me un po’ troppo?’
‘E per te l’età conta?’
‘Sì. Se fossimo io una ventenne e tu un ventitreenne, capirei anche, ma adesso siamo io una quindicenne e tu un diciottenne… anche se dall’aspetto fisico sembri più uno di minimo ventun anni…’
‘Ecco un’altra cosa strana di me… io non ho quattordici anni…’
‘E quanti ne hai? Tredici?’
‘Be’… so che non ci crederesti ma sono di molto più grande di te…’
‘E di quanto precisamente?’
‘Pensi che Internet è il modo migliore per parlare di queste cose?’
‘No, ma tu hai deciso di non dirmi niente su cosa sei.’
‘E se avessi cambiato idea?’
‘Sì certo…’
‘Allora dammi il tuo numero.’
‘Perché dovrei?’
‘Per chiamarti no?’
‘No, non te lo do: voglio stare tranquilla almeno mentre dormo!’
Non sei tranquilla nemmeno allora…
‘Perché pensi che ti chiamerò di notte?’
‘Perché di giorno, davanti a mia madre, evito di parlare. E poi, se la cosa che mi devi dire è davvero così importante, dovresti dirmela faccia a faccia, o no?’
‘Voglio dirtela ora.’
‘E io lo voglio sapere da vicino.’
‘Allora ci vediamo stanotte.’
‘Pensi davvero che mi faranno uscire?’
‘E chi ha detto che dovrai uscire?’
‘Cosa vuoi dire, Daniel?’
‘Niente, niente… poi vedrai...’
‘Cosa cazzo vuoi fare?!’
‘Niente di pericoloso… a meno che i tuoi non abbiano un fucile sotto al letto… anche se dubito potrebbero nuocermi con un fucile.’
‘Non credo di seguirti…’
‘Non ha importanza… stanotte saprai tutto…’
‘Non hai intenzione di intrufolarti in camera mia, vero?!’
Daniel sorrise e si mise su ‘Invisibile’.
‘Daniel, dove cazzo sei finito?!’ le domande di Salome erano furiose. ‘Guarda che ti denuncio!’
‘Non preoccuparti, stavo solo scherzando.’ Daniel inviò il messaggio, pur restando su ‘Invisibile’
‘Lo spero per te.’
‘Adesso non fai più la fredda?’
‘Nel caso il tuo cervellino da essere ancora sconosciuto non abbia afferrato, il mio tono è ancora freddo.’
‘Non puoi essere incazzata e fredda nello stesso momento.’
‘Io posso… uuu… si è aggiunta pure Dana… adesso la aggiungo alla conversazione. Ciao Dana.’
‘Weeee… ma chi è quel certo ‘essere’ che sta in questa conversazione?’
‘Hai presente il nuovo compagno di classe di Salome?’
‘Ah… sei quel certo Daniel?’
‘Sì, Dana, è il cretino che sa leggermi i pensieri.’
‘Salome sei un’idiota.’
‘Grazie Daniel, sarà una qualche malattia delle cellule cerebrali che mi hai trasmesso tu con i tuoi stupidi baci!’
‘Voi due vi siete baciati?’
‘Sì.’
‘Non dire cazzate, Daniel: TU mi hai baciata.’
‘Ma TU hai ricambiato.’
‘E che altro potevo fare?! Tu stesso mi ha consigliato di non picchiarti perché mi sarei fatta male da sola!’
‘…’
‘Cosa c’è Daniel? Salome ti ha chiuso la bocca?’
‘Sai, Dana, sei simpatica come la tua amichetta… come Rose…’
‘Conosci Rose?!’
‘Sì, Dana, è mia sorella…’
‘Ah, giusto: la misteriosa dama che dovrebbe ucciderci entrambi…’
‘Perché Rose dovrebbe uccidervi?’
‘Perché quel grande genio chiamato Daniel mi ha baciata.’
‘E cosa c’entra Rose in questa faccenda?’
‘Daniel, perché non glielo racconti tu?’
‘Rose mi ucciderebbe perché è la migliore amica della mia ex ragazza americana.’
Era una scusa assolutamente banale e Daniel lo sapeva bene e dubitava anche che le due avrebbero creduto, ma non sapeva che altro inventarsi. Non poteva dire la verità in quel momento, con la presenza di Dana. Quella notte avrebbe rivelato tutto a Salome, se avesse avuto il coraggio. Non voleva più mentirle perché era vero che era attratto da lei. Non si trattava ancora di amore, come quello che provava ancora per Rose, ma temeva che presto lo sarebbe diventato.
‘Daniel sei morto?’ domandò all’improvviso Dana.
‘Ci hai fatto questo grande favore?’ aggiunse Salome.
‘Davvero mi vuoi morto?’
‘Che domande: Salome vuole morte tutte le persone che la baciano!’
‘Dana, sta zitta, so scrivere anch’io!’
‘Sei tu che mi hai inserita in questa conversazione: anch’io ho il diritto di parlare!’
‘Sì, ma io non ti conosco e vorrei che non t’immischiassi.’
‘Daniel, fatti i fatti tuoi: Dana è la mia migliore amica e può parlare quanto vuole!’
‘Ah, bene… e io che ti volevo dire tutta la verità.’
‘Guarda che con me non funziona: se avessi davvero voluto dirmi la verità, l’avresti già fatto.’
‘Via internet?’
‘Mai sentito parlare della mente? Quella cosa con cui io e te riusciamo a comunicare?’
‘Non è facile stabilire un dialogo mentale quando stiamo così lontani!’
‘Vabbè… io ci rinuncio… adesso vado che è tardi. Sta cominciando Clueless.’
‘A me comincia Il mondo di Patty… e Mariano se ne sta andando… Ciao.’
‘Ciao. Salome, io e te ci vediamo domani… e spero che stavolta ti sederai vicino a me invece che vicino a Mirko…’
‘Forse… ciao.’ Salome e Dana uscirono contemporaneamente e Daniel spense il computer. Si alzò dalla sedia e si andò a stendere. Quelle due, più che due amiche, sembravano due sorelle… e che lo avrebbero fatto impazzire se fossero state un minuto di più in linea a chattare. Al gruppo mancava solo Rose e il mondo avrebbe rivisto le Charlie’s Angels da piccole. Sospirò e chiuse gli occhi.
Rose non era ancora tornata ma lui non si preoccupò: aveva bisogno di calmarsi, così come lui. Se non fosse ritornata entrò tre, quattro ore, non avrebbe dovuto affrontarla. Lui, nel frattempo, non sapeva cosa fare. Si alzò a sedere e si guardò intorno. Non sapendo che altro fare, si alzò e accese la televisione. Non c’era niente d’interessante. Cambiò canale fino a raggiungere MTV. Ecco il programma che stava guardando Salome in quel momento: uno stupido telefilm su un gruppo di ragazze e ragazzi. E mentre guardava Cher, Didi ed Ember discutere e risolvere i loro insignificanti problemi, il tempo passava molto più lentamente che a scuola. Almeno lì aveva la testa di Salome da esplorare, cosa che lo divertiva immensamente. Quando il programma finì, cominciò un altro telefilm: Scrubs. Un telefilm su un gruppo di medici un po’ svampiti. Ma lui non trovò divertente nessuna delle stupide battute che facevano. Così, spense la televisione e uscì. Raggiunse la casa di Salome in breve e si arrampicò sul balcone. Aveva paura che i vicini potessero vederlo e si nascose all’ombra. Guardando dentro la stanza, dalle strette fessure tra le tende, vide Salome seduta davanti la tv. Stava guardando Scrubs. Daniel sbuffò piano, per non farsi sentire. Cosa poteva fare per ingannare l’attesa? Cominciò ad osservare Salome. La ragazza aveva tolto le lentine e aveva gli occhiali, che le rimpicciolivano un po’ gli occhi. Era carina comunque, cosa che lei non avrebbe mai ammesso. Vestiva una vestaglia rossa ed aveva i capelli bagnati. Quando cominciò la pubblicità, si alzò e si tolse la vestaglia. Da sotto era vestita leggera, solo il pantalone della tuta e una maglietta a maniche lunghe. Si diresse verso la porta e lui si appiattì contro il muro. Salome, però, non guardò nemmeno fuori e aprì un armadio, da dove prese un piccolo asciugacapelli rosa. Uscì dalla stanza e si piazzò davanti allo specchio dell’entrata. Accese l’asciugacapelli e cominciò ad asciugarsi i capelli. Le cicche scure le ricadevano più sotto delle spalle, fino alla metà della schiena. Erano folti e scuri e ben presto Salome si rassegnò ad asciugarli con l’aiuto della spazzola e utilizzò le dita. Quando la pubblicità finì, lei non aveva asciugato nemmeno la metà dei suoi capelli. Entrò nella stanza, con l’asciugacapelli ancora in mano, mentre riprendeva a guardare Scrubs. Il telefilm finì verso le dieci, insieme al processo di asciugatura dei suoi capelli. La ragazza si rimise la vestaglia e cominciò a preparare il suo letto. Quando tutto fu pronto, entrò nel bagno e ne uscì poco dopo con il pigiama addosso. Da un portacolori prese una penna e dalla scrivania una specie di scatola chiusa da un nastro: il suo diario. Cominciò a scrivere seduta sul suo letto, con la musica accesa a bassa voce. Dopo un po’, la voce di sua madre le gridò di andare a dormire e la ragazza appoggiò il diario sul comodino, spegnendo la luce. Daniel aspettò che tutto il vicinato dormisse prima di entrare dalla finestrella del bagno. Quando si ritrovò nella stanza, trovò Salome rannicchiata tra le lenzuola. I capelli ancora umidi erano sparsi attorno alla sua testa, coprendo quasi tutto il cuscino. Daniel si sedette accanto a lei e le accarezzò piano una guancia. Era stranamente accaldata, come se avesse la febbre. Controllò che stesse dormendo profondamente, prima di prendere il quadernetto di Winnie the Pooh che era sul comodino. Era chiuso con una catenina. Le chiavi erano proprio lì accanto e lui l’aprì. Salome aveva una grafia ordinata e leggibile e le pagine erano piene di faccine. Sorrise e sfogliò fino all’ultima pagina scritta.

Caro Ricardo…
Chi cavolo è Ricardo?! Si domandò Daniel accigliato.

Oggi ti scrivo per raccontarti cosa succede in questi giorni… è da parecchio che non scrivo tra le tue pagine e ti chiedo scusa… … devi sapere che un paio di giorni fa, a scuola è venuto un nuovo studente… Daniel… è un ragazzo di diciottoi anni (o almeno così si presenta…) ma che sembra un ventunenne, se non più grande.Sta in prima superiore per una ragione ignota al mondo... mi pare che abbia deto che ha ricominciato la scuola da capo per non so quale strana ragione. Cmq, è davvero carino xD. È alto e biondo ed ha degli occhi assolutamente unici: rossi. Se non sapessi che non esistono, lo prenderei per un vampiro… sono assolutamente demente eh? Vabbè… comunque, la cosa strana è che dice di essersi preso una cotta per me… oggi mi ha perfino baciata… è un po’ strano… xD io e la mia autostima non abbiamo fatto molti passi avanti. Comunque, anche se non lo ammetterò mai davanti a lui, mi è piaciuto un sacco… non glielo dirò mai perché è un perfetto idiota che si crede chissà chi… pensa di essere il meglio… o almeno è quella la dimostrazione che dà di sé stesso… il primo giorno si è snobbata Martina come se lei fosse un… che ne so io… non meritasse nemmeno la sua più piccola considerazione… però non posso dire che non mi piaccia. È un ragazzo che ti fa rimanere con la bocca spalancata (non per nulla, tutte le ragazze del Virgilio, perfino quelle più grandi, gli sbavano dietro)… ma c’è una cosa assolutamente strana: dice di non essere un essere umano. Non dico che sia un mostro, o almeno spero non lo sia, ma gli credo quando dice che non è umano perché tra noi c’è una cosa stranissima: ci leggiamo nel pensiero e non lo dico in modo figurato… lui sa tutto su di me… in classe anche comunichiamo di solito… spero proprio che nessuno legga queste cose che sto scrivendo, perché mi rinchiuderebbero in un manicomio come Alice Cullen xD… vabbè, ora devo proprio andare perché mia madre mi sta urlando di andare a letto…
P.s. Non voglio innamorarmi… i ragazzi sono degli I-D-I-O-T-I!! uffaaaaa…

Daniel chiuse il quadernetto e guardò Salome. La ragazza stava dormendo profondamente. Le accarezzò i capelli e il collo. Lei rabbrividì nel sonno e Daniel si chinò verso di lei. Sfiorò appena le sue labbra, soffiandoci sopra. Le diede un bacio leggero e poi si rialzò. La ragazza, però, non aprì gli occhi. Si girò, invece, dall’altro lato e si strinse ancora di più nelle coperte. A quel punto, lui si stese davanti a lei e l’abbracciò. Salome sospirò e si mosse appena, mettendogli le mani sul petto. Daniel le diede un altro bacio, stavolta più lungo. Quando si staccò, la ragazza scosse la testa e aprì piano gli occhi. Sussultò nel trovarsi Daniel davanti e aprì la bocca, ma lui gliela tappò.
“Ti prego, non urlare!”-sussurrò. Lei annui, con gli occhi che cambiavano espressione: da spaventati diventavano incavolati. Appena lui le tolse la mano di bocca, si divincolò da lui.
“Che cavolo ci fai tu qui?!”-ringhiò.
“Te l’avevo detto che sarei venuto.”
“Avevi detto che scherzavi!”
“L’ho detto altrimenti tu avresti chiamato la polizia.”
“Non sono così idiota, come qualcuno che conosco!”
“Vedo che non sei contenta di vedermi.”
“E perché mai dovrei essere contenta di vedere un perfetto imbecille che sta insieme a ME nel MIO letto?!”
“Forse perché quel perfetto imbecille ti piace?”
“E a te chi l’ha detto che mi piaci?”
“Ehm… un certo Ricardo…”
“Brutto bastardo, hai letto il mio diario?!” Salome scattò a sedere e scese dal letto.
“Non ti arrabbiare… era la stessa cosa che leggere nella tua mente, solo che era già tutto scritto.”
“Vattene immediatamente di qui!”
“E perché dovrei?” Daniel si alzò a sua volta.
“Che domande cretine fai?!”
“Non eri tu che volevi sapere cosa ero?”
“E allora dimmelo e vattene!”
“Con le maniere cattive non si ottiene nulla.” Il ragazzo cominciò ad avvicinarsi a lei, ma la ragazza indietreggiò, fono ad arrivare alla porta del balcone. Daniel la raggiunse e le si piazzò davanti.
“Perché non mi lasci stare?”
“Te l’ho già detto!”
“E io dovrei credere alla cazzata sul piacerti?”
“Perché non dovresti? Tu e la tua autostima dovreste lavorare insieme ogni tanto.”
“Ma che spiritoso che sei.” Salome gli poggiò le mani sul petto e lo spinse via, ma senza successo. Daniel le prese le mani e gliele mantenne dietro la schiena. Ogni tentativo di Salome di liberarsi era inutile.
“Mi spieghi di cosa sei fatto?! Acciaio?!”-disse esasperata, sempre attenta a tenere la voce bassa.
”Sinceramente, non lo so nemmeno io!” Il ragazzo sorrise ancora.
“Che cosa sei?”
“Lo sai”
“Cosa?!”
“L’hai perfino scritto sul tuo diario” Il sorriso di Daniel si spense all’improvviso, ma continuò a tenerla contro la porta, con le braccia dietro.
Salome lo guardò sconcertata.
“Mi stai dicendo che in questo momento io sono imprigionata tra le braccia di un… vampiro?!”-balbettò. Daniel, per tutta risposta, la guardò e scoprì i denti. Per un momento Salome non vide niente, ma all’improvviso i canini si allungarono. La ragazza spalancò gli occhi dallo stupore. Il respiro le diventò affannato.
“Quindi non era vero? La storia che ti piacevo? La verità è che vuoi solo il mio sangue?”-domandò con un fil di voce. I canini di Daniel si ritrassero all’istante.
“Cosa?! Stai scherzando?!”-ringhiò.
“Ho la faccia di una che scherza?!”
“Allora vuol dire che stai delirando! Se avessi voluto bere il tuo sangue, l’avrei già fatto!” Salome cercò di liberare le braccia ma lui non la lasciò.
“Non mi credi vero?-chiese. La ragazza non rispose e abbassò gli occhi a guardare il colletto sbottonato della camicia di Daniel.-Dimmelo!”-la voce di Daniel era un ringhio. Le mantenne entrambe le braccia con una sola mano e con l’altra le sollevò la testa tanto quanto bastava per baciarla. Lei si oppose ancora e stavolta lui si staccò.
“Perché?-domandò disperato.-Perché non vuoi credermi?! Perché non vuoi credere che un ragazzo si può innamorare di te?”
“Non sai nemmeno cosa dici! Non puoi innamorarti di una persona solo conoscendola da due giorni!”
“Ah, no? E tu come fai a dirlo? Non credo che tu abbia mai amato…” Gli occhi di Salome si fecero lucidi.
“Forse no, ma so che l’amore non è una cosa con cui giocare! Non puoi affermare di esserti innamorato di una persona quando la conosci da poco più di due giorni!”
“Io invece ti dico che è possibile! Dopo aver letto i tuoi pensieri è come se ti conoscessi da tantissimo tempo. E ti amo. Ti amo anche se ti conosco da due giorni.” La ragazza scosse la testa e si divincolò, ma lui l’abbracciò, facendole mancare il fiato. La prese di peso e la portò verso il letto, facendola stendere.
“No, Daniel, lasciami! Non puoi fare sempre di testa tua.”-protestò lei.
“Non ti lascio finché non capisci che non sei un’emarginata!” Daniel la schiacciò sotto di sé e si sollevò appena sulle braccia per guardarla negli occhi. Si guardarono per un po’, in silenzio. Daniel si avvicinò con il proprio volto al suo lentamente, osservando attentamente il cambiamento della velocità del cuore di Salome. Le sfiorò le labbra lievemente, come aveva fatto prima. Le appoggiò delicatamente e fece un po’ pressione. Questa volta, finalmente, Salome non si oppose. Ricambiò il bacio prima titubante, poi, man mano con più forza, finché cominciò ad avere i brividi. Allora si staccò da lui e fece un profondo respiro.
“Vacci piano.”-disse, cercando di riprendere aria.
“Scusa.”-sorrise lui. Le prese la testa fra le meni e riprese a baciarla. La ragazza gli mise le braccia al collo e si strinse a lui. Fu un bacio lunghissimo, senza tempo. Daniel si staccò quando si accorse che Salome non ce la faceva più.
“Grazie.”-mormorò lei.
“Non ho ancora finito.” Daniel si riappropriò delle sue labbra quasi all’istante, mentre le mani scendevano lungo il collo e poi per le spalle. Quando raggiunsero i fianchi si fermarono e cominciarono la risalita. Quando le mani di Daniel le accarezzarono la schiena sotto la maglietta del pigiama, Salome sentì brividi in tutto il corpo. Lui la strinse di più a se e continuò ad accarezzarla, ma prima che arrivasse di nuovo ai pantaloni, lei gli fermò le manie si staccò da lui.
“Ho capito cosa vuoi fare, Daniel.”- sussurrò.
“Tu no?”
“No.”- si guardarono per un lungo istante.
“D’accordo, ho capito”- Daniel si rialzò a sedere, ma non smise di accarezzare la schiena della ragazza.
“Non potevi fare così, questo pomeriggio?”- scherzò.
“No, no”- rispose lei. Era stanca, lo si vedeva da lontano.
“Forse è meglio se dormi.”- disse lui.
“Si, decisamente.”- fu la risposta. Daniel si alzò dal letto e le diede un rapido bacio. Poi si diresse verso la porta del bagno.
“Daniel.”- disse lei, prima che potesse sparire dalla sua visuale.
“Si?”- si fermò lui.
“Non mi hai ancora detto quanti anni hai.”





P.s. Qst per ora è l'ultima parte che possiamo mettere del libro, xk nn lo stiamo più continuando ultimamente...
 
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