Dark Nightened, Aphrodithe & thepurebloodprincess

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Aphrodithe
icon5  CAT_IMG Posted on 27/5/2009, 09:59 by: Aphrodithe




Prologo

Il patto dei sette anni

Dana stava correndo nella notte, nascosta nelle ombre dei palazzi della città. I suoi passi non producevano nessun rumore nel silenzio della città dormiente. La ragazza aveva i capelli castano chiaro e mossi che le raggiungevano le spalle, gli occhi blu lapislazzuli che, come quella pietra, avevano una striatura dorata nel mezzo. Il suo corpo era agile e scattante, temprato da anni e anni di allenamento. Era così minuta che dimostrava a malapena i suoi quindici anni. Indossava una tunica nera e sul fianco le pendeva la spada che lei stessa aveva forgiato tre anni prima: Gelo. La spada era di diamante argenteo azzurro, forgiato con la tempra del ghiaccio, e solo lei poteva maneggiarla, non perché ci avesse messo qualche incantesimo, ma era una delle particolarità delle tempre degli elementi: le armi maneggiate con questa tecnica si facevano maneggiare solo dai legittimi proprietari e dai propri fabbri. In quel momento voleva raggiungere il museo di storia naturale di Nightened, dov’era custodito il più prezioso zaffiro stellato mai esistito, talmente prezioso da essere inestimabile… fino ad ora, anche se Dana dubitava che, dopo averlo rubato, l’avrebbe voluto vendere. Intanto la giovane Ladra non si era accorta di essere pedinata. Ma chi la pedinava non era una ladra, era l’esatto contrario.
Era una Spia.
Le Spie erano nemiche dei Ladri da molti secoli, da quando le due erano solo due organizzazioni create dal re per servire il regno.
Dana si fermò, scrutando nell’oscurità, e cercando di capire se era stata seguita. Purtroppo, nella lista delle Ladre più odiate, lei era al primo posto.
In quel momento la Spia decise di agire e cogliere di sorpresa la Ladra per catturarla.
Estrasse la spada e attaccò Dana, che non riuscì ad estrarre la sua spada e si ritrovò a terra, con la spada della Spia puntata alla gola.
“A quanto pare ho catturato un pesce piccolo.”- il sorriso ironico della Spia infastidì Dana.
“Chi ti dice che non mi hai solo colto solo di sorpresa?!”
“Nessuno.”
“Anche se tutto puoi definirmi tranne che una piccola Ladra!”
“Probabilmente non sei mediocre, ma non sei nemmeno la preda che mi aspettavo”
“Perché, chi aspettavi?”
“La principessa dei Ladri.”
“Ah… sì, ho sentito dire che all’ultimo momento ha trovato altro da fare.”
“Bé, tu sei sempre meglio di niente.”
“Bada a come parli! Se mi avessi sfidata in uno scontro leale ti avrei fatta a fette!”
“A quanto pare sei brava con le parole, ma non coi fatti.”
“Cosa vuoi in cambio della mia libertà?”- sussurrò piano Dana. Non era abituata a scendere a patti con una Spia.
“Cosa voglio? Io non voglio niente da una Ladra come te!”
“Ma qualcosa dovrà pur poterti interessare, che ne so… Una villa a Son, un titolo nobiliare alla corte di Light Nightened, un milione di monete d’oro…”
“Ma che blateri? Tu non sei così influente!”
“Tu non sai neanche dove arrivi la mia influenza.” La Spia guardò la Ladra, chiedendosi sul serio cose stesse blaterando.
“Sei solo una pazza.”
“Già, solo una pazza che ti è già sfuggita una volta.”- il voltò della Spia si pietrificò: sapeva fin troppo bene chi era.
“Tu sei quella Ladra?!”-la voce salì di un paio di ottave e Dana non ebbe più dubbi che si trattasse della stessa Spia che l’aveva già catturata e torturata una volta: la loro principessa.
“Si. Io sono quella Ladra… Io sono la principessa dei Ladri.”
“Sei brava a mentire, devo ammetterlo.”
“Sveglia! Sono una Ladra! Ci insegnano a mentire!”
“Giusto.”
“Allora, cosa vuoi in cambio della mia libertà? Dai, puoi chiedere qualsiasi cosa, proprio qualsiasi cosa.”
“Nien… - alla Spia venne un’idea geniale- No, anzi, ho trovato. Dovrai essere la mia serva per sette anni.”
Seguì un momento di silenzio.
“Cosa?! No, aspetta! Sei sicura di non volere qualcos’altro?!”-gridò Dana appena ritrovò la voce.
“No, se tu vuoi la tua libertà, dovrai servirmi per sette anni.”-un ghigno si dipinse sul volto della Spia.
“Io ho la mia vita, ho un ragazzo, ho delle amiche, sono la idol del Nord High! Devo ancora finire la scuola!”
“Arrangiati.”
“Allora abbi pietà di me ed uccidimi! Ti imploro!”- la Spia rise.
“No, ti ho dato le mie condizione!”
“Io di diventare la tua schiavetta per sette anni non ne ho voglia!”
“Fattela venire, la voglia!”
“Ah ah, spiritosa!”
“Anche tu sei molto simpatica!”
“Cavaliere di sangue per sette anni?”
La Spia la guardò stupefatta.
“Cosa?!”
“Invece di diventare la tua serva divento il tuo cavaliere di sangue. Almeno riuscirò ancora a guardare in faccia qualcuno.”-spiegò la Ladra. L’altra ci pensò su un attimo. La proposta la attirava. Avere un cavaliere di sangue poteva rivelarsi molto proficuo.
“Un cavaliere di sangue, eh? E va bene, che cavaliere di sangue sia!” La Spia la fece rialzare, sempre tenendole la spada puntata contro.
“Ed ora giuralo col sangue.”-ringhiò. Dana le offrì la mano e la Spia fece un piccolo taglio sopra, posizionando la propria mano sotto quella dell’altra. Le gocce di sangue le caddero sul palmo, dove scomparirono all’interno della pelle.
“Hai giurato, Ladra: da oggi sei il mio cavaliere di sangue. Questo vuol dire che non potrai disubbidirmi per nessuna ragione al mondo e farai solo quello che io ti ordino. Ora andiamo, devo rientrare alla base.”
Le due ragazze ripercossero la città silenziose come prima. Stavano per giungere alla Villa delle Spie, quando un gruppo di individui bloccò loro la strada. Dana si pietrificò al suo posto, mentre la Spia estraeva di nuovo la spada.
“Ci mancavano solo loro!”-sussurrò la Ladra.
“Chi sono?”-domandò l’altra.
“Sono le mie… compagne.”
“Ah, bene.-la ragazza sorrise maligna.-A chi spetta dare loro la splendida notizia?” Dana la guardò storto.
“Non possiamo evitare?!”-chiese a denti stretti.
“Devo ricordarti che è stata un’idea tua quella del cavaliere di sangue?”
“Dana!”-esclamarono in quel momento all’unisono le tre figure comparse in strada. Purtroppo per via dell’oscurità non si riusciva bene a vederle.
“Buona sera ragazze.”-disse lei senza allegria. Una delle tre stava per venirle incontro, quando vide la Spia accanto a lei.
“Cosa fai in compagnia di una Spia?!”-ringhiò. Anche le altre due la guardarono sospettose.
“Ho avuto un problema mentre andavo al museo…”-si giustificò lei, abbassando lo sguardo. La Spia incrociò le braccia e stette ad aspettare, con il mantello che le copriva il volto ed impediva alle altre di identificarla.
“Lo abbiamo notato…”-commentò una delle tre ragazze.
“Che tipo di problema hai avuto?”-il tono della terza ragazza era così arrabbiato che fece rizzare i peli sulla nuca a Dana.
“Non ti arrabbiare, Violet… Era l’unico modo che avevo per salvarmi…”
“Che tipo di problema hai avuto, Dana?!?!”-ora la voce di Violet era un sibilo.
“Sono stata catturata.”-quella di Dana, invece, era un mormorio.
“Catturata?!”-gridò la prima ragazza ad aver parlato.
“Sì, Martina.”
“Sei la principessa dei Ladri, Dana, come è potuto succ…”- l’ultima ragazza s’interruppe a metà frase e sgranò gli occhi.
“Cosa c’è Zoe?”- si allarmò Martina.
“Dana, non dirmi che quella Spia è…” Prima che Zoe potesse finire di parlare, anche Violet comprese e guardò in cagnesco la Spia, che sorrideva sotto al cappuccio.
“Io ti uccido!”-ringhiò e si lanciò contro di lei, con la spada sguainata.
“Dana?”- fu l’unica cosa che lei disse. Dana, per tutta risposta, si frappose fra le due e sguainò la propria spada. Violet si bloccò all’improvviso.
“Ma cosa fai?”-chiese.
“Mi dispiace, ragazze, ma ora sono una di loro.”-disse lei.
“Non dire stupidaggini, Dana - replicò la Spia.-Tu non sei una di noi. Di’ alle tue amiche come stanno veramente i fatti.” La ragazza la guardò furente, ma fu costretta a sospirare.
“Io sono il suo cavaliere di sangue.” Le tre Ladre si pietrificarono.
“Tu. Cosa.?!”-urlò Zoe.
“Mi dispiace…”
“Zitta!-esclamò Violet.-Come hai potuto fare questo?! Disonori tutti noi in questo modo!”
“Non sarò il suo cavaliere di sangue per la vita, Violet, ma solo per sette anni.”
“Che razza di patto è questo?!”-domandò Martina.
“Un patto che abbiamo stretto così da far rimanere la vostra amica in vita.”-disse la Spia ed affiancò Dana. Tre paia di occhi per niente amichevoli si volsero nella sua direzione.
“Vedo che tuo padre ti ha perdonato il fallimento di tre anni fa.”-sibilò rabbiosa Violet. Ma l’altra non si scompose.
“Eh, già. Mi ha perdonata.”-rispose lei. Nella sua voce non c’era traccia di risentimento verso l’uomo che l’aveva tenuta nella villa per due anni, dopo che si era lasciata sfuggire la principessa dei Ladri.
“Non credo che la seconda volta sarà così clemente.-disse, però, la Ladra.-Non crederai veramente che lasceremo Dana nelle tue mani!”
“E tu non crederai davvero che vi lascerò fare di testa vostra! Dana non può disubbidirmi, altrimenti morirà.” L’espressione di Violet cambiò di nuovo: ora sembrava una belva inferocita.
“Dana, non dirmi che hai giurato col sangue!”
“Cos’altro potevo fare?!” Violet scosse la testa e rinfoderò la spada.
“Allora ci vediamo tra due mesi, Dana. O forse no.” Le voltò le spalle e raggiunse di nuovo le altre due.
“Violet…”-mormorò Dana, ma lei non si girò.
“Andiamo ragazze. Il suo posto non è più con noi.”-disse semplicemente e sparì nel buio. Zoe e Martina esitarono un momento, ma quello dopo seguirono l’amica.
“Sei contenta adesso?”-chiese Dana alla Spia.
“È quello che tu hai fatto passare a me tre anni fa, Ladra.”-replicò lei fredda e si voltò per riprendere a correre. Dana la seguì di malavoglia, mentre il cuore la tirava dall’altro lato.
 
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