| Ok raga, lo so che ho sempre detto che l'avrei copiato (cosa che non ho mai fatto xDxD) ma finalmente l'attesa è finita: Finalmente ho finito di copiare Daniel.
Rose si bloccò sul posto e si girò con gli occhi che bruciavano come due tizzoni.
“Cosa. Hai. Detto?!”-ringhiò, ma Daniel la guardò freddo.
“Scusa bella, ma ci conosciamo?”-chiese.
“Non giocare con me, Daniel!”
“Ah, sai anche il mio nome? Devo preoccuparmi? Fai parte dell’ FBI o della CIA? Ah, no, forse sei del CSI o NCIS?”
“Daniel, vuoi la tua morte per caso? Perché in questo momento io la desidero incessantemente!”
“Ah, ho capito, sei della Camorra! Perché mi date la caccia? Ho qualche debito da saldare?”
“Si, quello riguardante la tua vita!”
“Oh, be, allora riferisci al Padrino che in questo momento la quota non è disponibile… Pagherò al più presto”
“Sei un idiota”
“È la stessa cosa che mi dice sempre Salome”
“Non. Parlare. Di. Lei. Con. Me!”
“Allora io vado.” Daniel si voltò per andarsene.
Sapeva che l’aveva ferita, ma dopo sei secoli che ascoltava le sue inutili gelosie, era tempo che imparasse la lezione. Essendo così giovani, non si erano mai sposati, perché quando finalmente erano stati in grado di resistere alla sete in pubblico, era passato troppo tempo perché la gente accettasse che due quattordicenni si sposassero, anche se lui sembrava uno di quattro anni in più. L’unico motivo, però, per cui non si presentava come tale era che lui e Rose avevano sempre voluto stare nella stessa classe. Ma quella volta non era stato possibile dato che al Virgilio non c’erano più posti e al Majorana accettavano solo uno studente al mese. La loro idea era stata quella di trasferirsi al Majorana dopo un mese, ma, ora che aveva conosciuto Salome, Daniel non credeva che l’avrebbe lasciata, anche a costo di mettersi Rose contro.
Prima o poi avrebbe capito perché era una persona forte, ma Salome era più fragile. Cercava di mostrarsi forte agli occhi altrui, e riusciva nel sui intento, ma la verità era celata dietro a quel sorriso allegro che esibiva ogni giorno.
Con la mente altrove raggiunse la scuola. Era di nuovo in anticipo, ma stavolta il cancello era aperto. Entrò nel cortile e si sedette su un muretto altro. Non gli ci volle per capire che qualcuno lo stava osservando. Voltandosi, vide il gruppetto di bulli del giorno prima avvicinarsi a lui. Sbuffò irritato e li aspettò seduto a gambe incrociate sul muretto.
“Biondo ti dobbiamo parlare”-disse il loro capo. Era un ragazzo alto e biondo, del quinto anno, che aveva metà delle ragazze della scuola dietro, ed era sembrato il più interessato a Rose, il giorno prima. Forse voleva che mettesse una buona parola su di lui.
Come se a Rose piacesse uno come lui!
“Cosa volete?”-domandò, annoiato
“Tu la devi lasciare stare, hai capito?!”-esclamò lui a voce alta. Quasi tutta la scuola si voltò a guardarli, quelli che non lo fecero erano troppo abituati a queste cose per mostrare ancora interesse.
“Ma di che parli?”-chiese il ragazzo, che non capiva di che parlasse.
“Quella ragazza, Salome, è proprietà privata! Non la devi nemmeno sfiorare!”
“Salome non è proprietà privata di nessuno! È libera di fare quello che vuole!”
“Io le stavo per chiedere di uscire ieri, quando le tue sporche labbra hanno toccato le sue”
“Allora ti saresti dovuto muovere prima: adesso lei sta con me!”
“Non credo proprio! Tu la devi dimenticare, capito?!” All’improvviso il bulletto lo afferrò per il giubbino e lo strattonò. Daniel gli prese bruscamente le mani e lo spinse via. Gli altri lo guardarono allibiti.
Improvvisamente dalla folla che si era formata attorno a loro sbucò Salome.
“Daniel! Che cavolo sta succedendo”
“Chiedilo a lui, che mi vuole picchiare perché ieri ti ho baciata davanti a tutta la scuola!”- Salome inarcò un sopracciglio.
“Si certo. Andiamo, altrimenti facciamo tardi.”-lo prese per la mano e lo trascinò via. Il bulletto la guardò allontanarsi impotente. Apriva e chiudeva la bocca senza che nessun suono ne uscisse.
Appena in classe Salome chiese a Daniel:
“Ora dimmi perché quel tizio ti voleva baciare”
“Te l’ho detto, perché ti ho baciato davanti a tutti… e perché ho detto che stai con me”
“Che cosa?! Ma che gliene frega a lui?!”
“Stando a quanto ha detto, voleva uscire con te, e te lo stava per chiedere quando io…”
“Va bene, ho capito. Ma non è detto che ci creda”- Salome posò la borsa sul banco, togliendosi il giubbino, e Daniel la imitò, occupando il posto accanto a lei. Quest’ultima si allontanò, e si diresse verso la finestra. Fuori l’atmosfera era cupa, con il cielo coperto dalle nuvole.
Daniel le mise le mani alla vita, e l’abbracciò da dietro.
“Daniel, non qui”-ringhiò lei, anche se non si divincolò.
“E perché no? Non c’è nessuno che possa vederci!”
“Può sempre entrare qualcuno!”
“Intanto siamo soli, quindi smettila di fare l’acida!”- il ragazzo le sfiorò l’orecchio con le labbra fredde, e Salome rabbrvidì, in parte per il freddo, e in parte per piacere. Daniel sorrise e, dopo averla girata, poggiò le labbra sulle sue, facendo pressione. La ragazza lo attirò a se, passandogli le dita tra i capelli, e ricambiando il bacio con forza.
Dopo un po’, qualcuno dietro di loro disse:
“Oh cavolo! Da quanto state insieme?”- Salome si allontanò di scatto da Daniel, che la lasciò, guardando, il ragazzo che aveva parlato: Mirko.
“Mirko… che ci fai qui?!”- Salome era mezza strordita per il bacio di Daniel.
“Come che ci faccio?! Questa è anche la mia classe! E perché vi stavate baciando?!”
“Senti Mirko, se lo dici a qualcuno, io…”-lo sguardo di Salome era abbastanza eloquente, e Mirko impallidì.
“Ok, Salome, non lo dico a nessuno, però non uccidermi…”
Gli studenti stavano entrando e Salome, dopo aver lanciato un’occhiata di avvertimento molto eloquente a Mirko, si sedette al suo posto, imitata da Daniel.
Te l’avevo detto che non dovevamo baciarci in classe! La voce di Salome era piuttosto irritata.
Scusami, ma mi è stato difficile resisterti… sei bellissima.
Da quando hai cominciato con le smancerie?
Da ieri sera.
Ieri sera ero spaventata… e lo sono ancora!
Ti spaventa che io sia un vampiro?!
Si! Non sia mai che ti sto vicino quando sei assetato…
Non devi avere paura di me: non ti farei mai del male.
Su questo chiariremo più tardi… ma tu sei l’unico vampiro della tua famiglia?
No. Anche Rose e Seline lo sono.
Quanti anni hanno?
Rose seicento e Seline settecento.
Siete vecchi, eh nonno?!
Cosa ti aspettavi? Dei vampiri neonati?!
No, però pensavo che foste più giovani di qualche secolo…
Qualche altra domanda?
Si: vorrei sapere se Rose è davvero tua sorella.
No, non è mio sorella.
Che rapporto c’è fra voi?
Be… Seline ci Trasformò il giorno prima che ci sposassimo.
Vi dovevate sposare?!
Si, e... non esiste nessuna ex ragazza americana.
Mi stai dicendo che sto facendo ingelosire una… vampira molto probabilmente più bella della più bella delle modelle?!
Si, stai facendo ingelosire una vampira.
Ed è per questo che ci vuole uccidere?
Se scopre la nostra relazione… si.
Ed io, in tutto questo trambusto, non dovrei essere spaventata?! La sua voce era sarcastica.
Non ti preoccupare: non permetterò che qualcuno ti faccia del male!
Non ti ho mai detto che sei il mio ragazzo!
Ma non hai mai detto che non lo sono.
Allora ora te lo dico: tu non sei il mio ragazzo! Tutto chiaro adesso?
Si… oggi sei libera?
Non lo so: perché?
Pensavo che potessimo andare a fare un giro.
A piedi? No, grazie!
Veramente avevo voglia di venirti a prendere con la mia Spider…
Tu hai una… Spider?!
Certo! Ti sei dimenticata che per il resto del mondo sono un normale diciottenne americano?!
Giusto… vabbè, vedrò di convincere mia madre. A che ora vieni?
Dammi il tuo numero, così ti chiamo quando arrivo. Ok?
Salome, per tutta risposta, gli scrisse il suo numero su un fogliettino e glielo passò.
Contento ora? Hai finalmente avuto il mio numero di cellulare.
Si, ma sono contento anche perché ti sono riuscito a strappare un appuntamento.
Idiota!
I due, per un po’, seguirono la lezione, finchè Salome non notò uno dei desideri di Daniel.
Se vuoi baciarmi, fallo stanotte!
Vuol dire che vuoi rivedermi?
Può essere…
Lo sai che ti amo, vero?Salome lo fulminò con un’occhiata.
Non ti pare di correre troppo?
Mentre io sono un vampiro, tu sei un’umana, quindi devo correre… salvo che non vuoi che aspetti che ti capiti qualcosa di brutto, tipo essere investita da un’auto.
Non parlare di persone investite da auto: non voglio finire come Dana.
Perché? Che cosa è successo a Dana?
È stata investita da un’auto l’anno scorso.
Mi dispiace per lei…
Non ti dispiacere: in tutto questo trambusto lei ha utilizzato la scusa che era andata a fare dei controlli medici per quando non aveva fatto i compiti.
Ora capisco da chi hai imparato a essere così approfittatrice!
Parla il vampiro!
Daniel diede un rapido sguardo al quaderno di Salome e sorrise: la ragazza si stava appuntando tutto ciò che lui stava dicendo su un foglio. Al centro del foglio c’era la scritta, cerchiata e sottolineata più volte, ‘Rose mi vuole uccidere’.
Perché scrivi le cose che dico?! Sembrava sinceramente divertito.
Soffro di memoria a breve termine. Potrei dimenticarmi le cose che dici e non voglio annoiarmi per risentirle!
Spiritosa!
Vorresti mai ritornare a essere… un umano?
No: perché, a parte il fatto del sole, ho gli stessi diritti di un essere umano.
Giusto: che ti succede al sole?
Mi brucio.
E in estate come fai?
Di solito andiamo in vacanza in Inghilterra o a Forks o nell’emisfero meridionale, tanto lì piove sempre.
Hai la risposta pronta a tutto, eh!
Sì, la ho. Qualche problema?
No. Forse. Può essere.
Le ore successive trascorsero lentamente, mentre i due chiacchieravano del più e del meno.
Dopo la campanella dell’ultim’ora i due uscirono fuori dalla scuola e si ritrovarono davanti ai bulletti della scuola.
“Biondo! Ti avevo detto che la dovevi lasciare stare!”- il capo dei bulletti si fece davanti e Daniel sospirò: perché non capiva che così si sarebbe solo fatto un male cane?!
“Scusa, ma credo che sei arrivato fin troppo tardi!”
“Perché?”
“Perché già ho provato a invitarla io a uscire, ma… a quanto pare ha già un ragazzo”
Perché dici cazzate?! il tono di Salome era piuttosto arrabbiata.
Reggimi il gioco, Salome, se ti vuoi liberare di lui!
“È che sarebbe questo tizio?”
“Un ventenne, a quanto ho capito”
“È vero?”- la domanda era rivolta a Salome e lei impallidì.
“Si…”
Mi devi moltissimo, Daniel!
“Allora perché….”
“Solo perché è già fidanzata, non significa che non posso corteggiarla!”
Il ragazzo rimase di sasso e Daniel e Salome se ne andarono via.
“Ma che hai in testa, segatura?!”- Salome, appena lontani, aveva incominciato a fargli la sfuriata.
“E che dovevo fare? Iniziare una rissa che sarebbe finita con lui all’ospedale ed io sospeso?”
“Su questo particolare hai ragione, ma potevi pure inventarti un’altra scusa!”
“Ah, sì, certo! ‘ Scusa, ma sono un vampiro mille volte più forte di te ’ ti sembra convincente?!”
“Bé, non proprio scuse così, che ne so…”
“Lo stai dicendo solo per fare polemica!”
“Dove sono le psicopatiche del mio parco?” Daniel rimase un attimo in ascolto.
“Non ci sono, a quanto pare.”
“Bene, almeno qualcosa fino ad ora è andato per il verso giusto”-commentò lei, acida.
“Se Mirko non fosse entrato in classe questa mattina, non avresti detto questo”
“Forse l’avrei detto comunque!”
“Vuoi scommettere?”
“No”
“Come vuoi- il ragazzo le diede un rapido bacio- a oggi” Daniel se ne andò lasciando Salome senza parole.
In mezz’ora arrivò a casa e salutò Seline, che era in soggiorno.
“Com’è andata oggi a scuola?”
“Bene. Hai già trovato lavoro?”
“Quasi.”
“Cos’hai visto stavolta? Spero non un’università che ha bisogno di un professore per il corso di storia su Re Artù. Non credo che avere Ginevra come insegnante li aiuti molto!”- sia Seline che Daniel sorrisero.
“Neanche sapere che Lancillotto è vivo e che mi dà la caccia li aiuterebbe! No, ho visto un lavoro come maestra d’asilo.”
“Un lavoro in cui la gente paga altra gente per non fare niente. Privato o pubblico?”
“Pubblico”
“Almeno lì pagano di più. Oggi esco con la spider”
“Dimmi che non è per ciò che penso”
“È per ciò che pensi”
“Daniel, ti avverto: non far arrabbiare Rose. Lo dico per il vostro bene”
“Farò attenzione”
Il ragazzo salì in camera sua e prese il portafoglio, cercando la sua carta di credito, ma non la trovò.
Subito capì chi l’aveva presa:
“Rose”- sibilò, e subito la ragazza fu da lui.
“Si?”- disse lei, come se non sapesse cosa voleva Daniel.
“Dov’è finita la mia carta di credito?”
“Non lo so. L’hai detto tu stesso: è la tua carta di credito”
“Rose. Dammi subito la mia carta di credito!”
“Ma a che ti serve?”
“Sono fatti miei!”
“Allora non te la darò” Rose fece per andarsene ma Daniel la prese per il braccio e la fece voltare.
“Dammi la mia carta Rose.”
“Solo se mi prometti una cosa.”
“Cosa?”
“Solo se mi darai un bacio dopo che ti avrò dato la carta”
“D’accordo”
“Allora tieni – la ragazza prese la carta di credito dalla tasca dei pantaloni- ma adesso esigo il mio pagamento” – La ragazza gli mise le braccia al collo e, avvicinandolo a se, lo baciò.
Daniel le mise subito le mani alla vita e ricambiò il bacio con passione.
Salome era riuscita, chissà come, ad avere il permesso dalla madre di uscire con Daniel.
Erano le cinque, stava appena incominciando a tramontare, ed ancora lui non l’aveva ancora chiamata.
“Non è che quel tizio ti avrà dato buca?”- disse Stefania, un po’ invidiosa di Salome.
Lei per tutta risposta, le lanciò un’occhiataccia:
“Sarà meglio per lui che non l’abbia fatto!”
In quel momento il suo cellulare squillò e lei rispose con un secco e scocciato”Chi è?”
“Guarda che se ti scoccio tanto annullo l’appuntamento!” la voce di Daniel la rincuorò.
Almeno ha avuto il buon senso di non darmi buca!
“Tra quanto mi vieni a prendere?”
“Tra poco sarò lì.”
“Bene. A tra poco, allora”- Salome rimise il telefonino nella borsetta.
“Era lui?”
“Certo che era lui”
“Almeno non ti ha dato buca”
In quel momento vicino a loro si fermò una spider nera e tutte loro, esclusa Salome, si chiesero chi guidasse l’auto.
“Quante scene”- mormorò Salome, mentre si avvicinava all’auto.
“Ma che fai?”
“Stefania, è Daniel, non preoccuparti!”
Salome salì nell’auto del ragazzo.
“Potevi evitare di fare così lo sbruffone.”-disse acida.
“Perché? Non ti piace?”
“No. Preferirei che Stefania non ci provasse con te!”
“Non avrebbe speranze.”
“Comunque.”
“Ora, se hai smesso di piagnucolare, possiamo andare?”
“Dove mi vorresti portare di preciso?”
“Hai presente la pizzeria Zona A?” Salome impietrì e lo guardò.
“Hai voglia di fare a botte, eh, oggi?”
“Perché?”
“Lo sai, il perché!”
“Aaah, intendi dire Tony?” Salome lo guardò storto.
“Come sei perspicace, Daniel!”
“Grazie, lo so.”
“A parte scherzi, perché vuoi portarmi proprio in quella pizzeria, con una città piena di pizzerie?”
“Perché lì la pizza è buona e poi è un edificio carino.”
“Non solo l’edificio è carino...” Salome girò il volto, mentre Daniel s’imbronciava.
“Smettila di farmi ingelosire!”
“L’hai voluto tu... Te la sei proprio cercata.”
Il ragazzo sbuffò. Arrivarono davanti la pizzeria in dieci minuti.
“È leggermente presto per mangiare, non credi?”-domandò lei.
“Ah, come vuoi. Allora andiamo a farci un giro.”
“Più tempo passò con questa macchina, meglio è...”
“Ah, quindi preferisci passare il tuo tempo con una macchina che con me?!”
“Se questa macchina è una Spider, una Porche oppure una Ferrari, sì.”
“Nessuno ti ha mai detto che hai la capacità di sembrare assolutamente...”
“Stronza? Sì, lo so.”
“Il bello è che lo sai e ne vai fiera...”
“Si dimostra una qualità quando ti trovi davanti persone di cui ti vuoi liberare!”
“Mi dispiace, ma con me non funziona!”
Passò un momento di silenzio, mentre Daniel riaccendeva il motore.
“Comunque sei carina, stasera...”
“Carina? Che fine hanno fatto le smancerie di questa mattina?”
“Pensavo non ti piacessero...”
“Infatti, non credo di aver detto il contrario... anche se, nonno, vista la tua età dovresti sapere che le ragazze dicono sempre di non volere complimenti, ma invece li vogliono.”
“Quindi li vuoi...”
“No.”
“Sei una ragazza quindi...”
“Sono una ragazza ma diversa dalle altre, nel caso tu non l’abbia ancora capito.”
“Io ho capito solo che ti piacciono i complimenti, ma non da me.”
“Che intuito, ragazzi!” Percorsero la strada che portava a giù Pozzuoli e Daniel parcheggiò in un vicoletto.
“Cosa fai?”-domandò Salome. Ma lui non rispose e la baciò. Quando si staccò le sorrise e scese dall’auto, facendo il giro per aprirle la portiera. L’aiutò a scendere e la prese per la vita, mentre metteva l’antifurto. I due uscirono dal vicoletto e s’incamminarono per il “canalone”.
“Dove mi porti ora?”
Daniel non rispose e continuò a camminare.
Alla fine i due si sedettero su una panchina delle piazzette.
“Perché mi hai portato qui?”
“Bho”
“Bene, non sai neanche perché fai una cosa, tu!”
“Che ti è preso tutt’un tratto?”
“Forse perché un idiota sta al mio fianco ora?”
“Non sono così idiota”- le sussurrò lui all’ orecchio.
“Ah, davvero?”
“Si, davvero”
“Io non credo proprio…” Daniel le girò il volto e le diede un bacio
“Perché mi baci se mi consideri un’idiota?”- chiese lui sogghignando.
“Se mi opponessi la smetteresti di baciarmi contro la mia volontà?”
“No”
“Ora capisci perché non mi oppongo più?”
“Capito…”- Daniel la baciò di nuovo.
“Per caso conosci la ragazza dietro a me che ci sta fissando inebetita?” Salome guardò dietro di lui e un ghigno le si dipinse in volto.
“Si, è una cafona che stava in classe mia alle medie…” disse e lo abbracciò.
“Mi abbracci solo per farti vedere da lei, ora?”- domandò acido. Ma Salome scoppiò a ridere e , per la prima volta, fu lei a baciarlo. Il ragazzo rimase totalmente stupito che dimenticò la ragazza dietro di lui e ricambiò il bacio.
Dopo un po’ la ragazza si staccò, senza fiato.
Fa attenzione!
Scusa, me l’ero dimenticato…
Eh, l’avevo notato! Daniel l’aiutò ad alzarsi e l’abbracciò.
“Perché hai messo le scarpe alte?”- chiese ridendo poi.
“Perché, dato che sono assolutamente nana, volevo apparire almeno un po’ più alta!”
“Per me sei più carina bassa”- il ragazzo la lasciò e ripresero a camminare”
“Grazie, mi conforta”- il tono era sarcastico.
“Lo so che ti da fastidio che io sia innamorato di te, ma non ne posso fare a meno!”
“Potresti"
Edited by thepurebloodprincess - 29/3/2010, 19:41
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Vampire Knight 
Adesso mettiamo su eternal blaze e scriviamo tutto prima che mi passi la voglia!